Solo l'Amore Conta
Omaggio a Pier Paolo Pasolini

Questo è il tempo in cui tutti parlano di Pasolini. È del resto più che mai prevedibile nell’anno in cui si celebra il centenario di nascita di un’artista del suo calibro. Ma è anche l’ennesima conferma di uno stereotipo tipicamente italiano, uno dei tanti: parlare di qualcuno in occasione di una ricorrenza o di una commemorazione, salvo poi ignorare quel qualcuno per il resto dell'anno o della vita. Io non amo le ricorrenze. E non amo gli stereotipi. Non amo neanche parlare troppo e detesto chi lo fa senza una vera e sana (!) motivazione, strumentalizzando o, peggio ancora, agendo con retorica, demagogia e/o in malafede. L'unica ragione che mi spinge ad usare le parole è quella del “fare”. Fare TEATRO, soprattutto. Per questo, ancora una volta, in questa occasione, non si commemorerà la memoria di nessuno. Io ed i miei colleghi sulla scena ci limiteremo semplicemente a fare teatro, esattamente come accade tutte le volte che siamo chiamati a farlo. E lo faremo nel rispetto della parola scritta e recitata che, meglio di tante altre usate a vanvera in riti di circostanza, testimonia l'unico rito caro a Pasolini: quello teatrale. Racconteremo il sentimento di un profeta letterario che, attraverso uno studio durato più di un anno in cui ho riletto molte delle opere di Pasolini, rivisto i suoi film, ascoltato interviste e testimonianze di chi lo ha conosciuto da vicino, è emerso in modo nitido e che ancora oggi è possibile raccontare sulla scena, al di là dell'aspetto intellettuale, poetico, di contestazione e di scomodità che la sua forte presenza nella società inevitabilmente creava. Questo lavoro è dunque un omaggio ad un grande intellettuale del 900, considerato un uomo scomodo da vivo e per certi versi ancor di più da morto, attraverso una rilettura dei suoi versi e dei suoi pensieri. Un viaggio nell’universo artistico di Pier Paolo Pasolini che mira a rilanciare l’uomo e non a giudicarlo; che accarezza la sua poetica senza scadere nella retorica, che rappresenta la sua forza senza ostentare alcuna forma di polemica politica o di genere. Uno spettacolo che riprende e rilancia alcuni tra gli spunti più significativi di opere come “Bestemmia”, “L’alba meridionale”, “La ballata delle madri”, “Il PCI ai giovani”, “Versi sottili come righe di pioggia”, “La ballata del suicidio” e che mira alla presentazione di un’intellettualità molto più semplice ed armoniosa rispetto all’immagine tipicamente pasoliniana resa nota attraverso la diffusione dei media. Ed è anche il ritratto di una vita che inizia e finisce con i fatti di cronaca accaduti all’idroscalo di Ostia, insabbiati per decenni in modo strumentale ed ignobile. Questo testo e questo allestimento rappresentano dunque, più che mai, almeno nel mio intento, un contributo finalizzato a celebrare la grandezza dell’artista e dell’uomo, i suoi sentimenti più intimi, le sue passioni e le amarezze maggiormente caratterizzanti di una personalità ad oggi non del tutto esplorata. Uno spettacolo che celebra l’amore che, per chi scrive, è davvero “tutto ed è dappertutto. Solo gli sciocchi non comprendono che non si vive senza, si sopravvive appena”. La sera, sul palco, dunque si parlerà d'amore. E di PPP. Nulla di più.                                                                                      In scena: Nicola Costa, Alice Ferlito Musiche e Luci: Conny La Cava e Tiziana D’Agosta